Come avere successo con Shopify nel 2022

Intro

Se stai cercando qualche trucchetto per aumentare le visite, per creare ads che ti portino più acquisti o cose simili, stai per ricevere una grossa delusione. Se hai già letto qualche altro mio articolo, sai che i trucchetti mi convincono poco; se questo è il primo, bè – adesso lo sai. Anche il titolo è fuorviante, lo ammetto; non si trattano dei metodi per avere successo nel 2020 con Shopify. Sono metodi per avere successo in qualsiasi epoca con qualsiasi attività, fisica o digitale.

Detto questo, ti consiglio di leggere comunque perché ti parlerò di principi universalmente validi ma che ogni tanto è bene ricordarsi. Se sei come me, sentirai per sempre la voglia di aprire mille articoli e video di esperti o sedicenti tali che vogliono insegnarti l’ultimo trucco per ottimizzare il tuo negozio e renderlo irresistibile ai tuoi utenti. Non c’è niente di male nel voler stare informati, anche se la maggior parte delle volte si tratta di enormi perdite di tempo. Ma lo vedo come un buon segno, un simbolo della tua passione.

Ci sta perdere un po’ di tempo con i guru e le scorciatoie, anche perché a volte aiutano a pensare a strategie interessanti. La cosa importante, ed è quello di cui voglio parlarti in questo articolo, è che tieni bene a mente i principi base su cui poggia tutta la tua attività. Ma prima, voglio vedere se riesco a farti un po’ arrabbiare! 

Cos'è Shopify?

Nah, non temere, non voglio spiegarti cosa sia la piattaforma. Per quello, puoi trovare un miliardo di articoli online e, se proprio ci tieni, ne ho scritto anche io qui. Questa domanda è solo una provocazione, perché è molto facile parlare di e-commerce, ma in pochi si fermano a pensare cosa l’e-commerce sia veramente.

Per me, la differenza che esiste fra l’aprire un negozio fisico e uno digitale, un e-commerce appunto, è praticamente nulla. Non sgranare gli occhi, lo sai che è così. Certo, avere un negozio on-line ha molti vantaggi dal punto di vista pratico; quello su cui voglio farti riflettere è che le missioni di un e-shop e di un negozio fisico coincidono.

Se volessimo riassumerlo in un’espressione, ti direi che un negozio ha come missione quella di mettere in comunicazione chi cerca qualcosa (domanda) con chi vuole vendere quella cosa (offerta). Punto. Ci sono mille fronzoli, tante sfaccettature, teorie eccetera ma, se ti fermi un attimo a pensare, tutto si può ridurre a questa formula.

Pensi sia una semplificazione? Allora sicuramente sarai scioccato da quanto cercherò di semplificare il discorso ancora di più! 🙂 

E come esperienza

Esperienza non come “devi fare esperienza prima di poter aprire un negozio”, ovviamente. Non voglio dire che non sia importante ma l’esperienza si fa sul campo, studiando duramente e provando a creare qualcosa di unico. L’esperienza di cui parlo si collega proprio a questo senso di unicità. Seguimi nel discorso.

Ormai, là fuori, esistono negozi che vendono prodotti e servizi di qualunque tipo. Le aziende che possono permettersi di vendere qualcosa di assolutamente introvabile sono ormai pochissime (tenderei a dire che si possano contare sulle dita di una mano).

Ciò che rende un negozio differente è l’esperienza. E questo vale anche per il tuo negozio Shopify. Lo so, esperienza è un termine un po’ abusato e abbastanza generico; cerco di farti capire cosa intendo quando ti parlo di esperienza. Esperienza è l’insieme di interazioni che un negozio ha con l’utente, prima, durante e dopo la vendita. L’esperienza è, in poche parole, la relazione fra lo store e il cliente. Ci sono molti punti di interazione, ma cerco di toccare quelli che considero fondamentali.

Innanzitutto c’è il primo incontro, la prima volta che senti parlare di un certo brand o negozio. Può succedere che tu veda una pubblicità, che un conoscente te ne parli, che veda qualcuno che indossa o usa il prodotto di quell’azienda; nel mio immaginario, il primo incontro è fondamentale. Quanto è più probabile che provi una certa marca se un amico te ne parla benissimo piuttosto che se ti trovassi di fronte una banale pubblicità mentre scrolli Facebook? Il modo in cui entri in contatto con un brand può segnare per sempre il tuo rapporto con esso, specialmente se il primo incontro è negativo.

Il primo incontro si trasforma nel primo vero e proprio contatto. Ad esempio, una persona vede la tua ad su Facebook e decide di cliccarla. Oppure un amico gli parla di te e lui ti cerca su Google (o Instagram, ad esempio). Cosa succede? Dove viene catapultato? Cosa vuoi fargli vedere? Il primo contatto è quello che trasmette al tuo utente i valori dietro al tuo brand. Se atterra sul tuo Shopify store e legge “Fuori tutto, grandi sconti” penserà che sei uno store generico che si concentra sulla convenienza; se legge “prodotti per cani da amanti dei cani” capirà che cosa vendi e perché lo fai. Ci sono milioni di sfumature con cui puoi gestire il primo contatto ma dedicaci la dovuta attenzione. È quello che diresti di persona quando qualcuno ti chiede: “Di cosa si occupa la tua attività?”

Se i primi due step convincono l’utente, probabilmente inizierà il processo di esplorazione del negozio. Mentre la parte relativa al come presentare il prodotto la affronto al punto successivo, qui mi interessa farti capire quanto sia importante curare nel dettaglio l’esperienza del visitatore che cerca prodotti nel tuo negozio. Cerca sempre di ricordare quanto un e-commerce sia simile ad un negozio fisico e fai dei paralleli, anche se a volte sembrano eccessivi. Ad esempio, se per entrare in un negozio dovessi aprire 3 porte, di cui una non riesci neanche a trovare la maniglia, come inizieresti la tua esperienza di acquisto? Inondare l’utente di banner, pop-up, sconti, ecc. non appena atterra sul tuo sito è esattamente la stessa cosa. Ogni popup o banner sono una barriera che poni fra il tuo cliente e i tuoi prodotti. Sei sicuro che sia la cosa giusta da fare?

Continua a costruire i parallelismi con un negozio fisico. Pensa al posizionamento dei prodotti, ad esempio. Metteresti in risalto gli ultimi arrivi o i prodotti più venduti? Metteresti per primi quelli che costano meno per spingere l’utente a mettere qualcosa nel carrello per abbattere la barriera della diffidenza? Non esistono persone che nascono con queste conoscenze, quindi studia. Studia, studia, studia. Per aprire qualsiasi attività, servono competenze e capacità; l’e-commerce non è un’eccezione, anzi. Il fatto che chiunque possa improvvisarsi, creare un sito professionale e dire di essere il leader del mercato nel tuo settore dovrebbe spingerti ancora di più a studiare per risultare più credibile e rendere il tuo store unico. Il prodotto non basta, ovviamente, ma può aiutare. Ti spiego come. 

P come prodotto

Ah, il prodotto. Senti già il profumo di soldi solo a leggere la parola prodotto, eh? Bé, non è di questo che ti voglio parlare. Il prodotto che decidi di vendere mi interessa poco perché, secondo il mio modesto parere, al giusto prezzo esiste un mercato per qualsiasi cosa. Conosci quel servizio che ti consente di spedire una scatola di escrementi alle persone che odi? Un servizio che, letteralmente, vende… dai, ci siamo capiti, non farmi dire parolacce.

Certo, nel prodotto ricade anche il prezzo, ma non mi interessa neanche questo. La stessa collanina si può vendere a 3 euro, 30 euro o 300 euro. Non mi interessa la questione etica, ma ci tengo a sottolineare che il prezzo di un prodotto non é fatto dal prezzo di produzione né da quello che le persone sono disposte a pagare per averlo. Se vogliamo fare un esempio, direi che Apple sia un caso perfetto, non credi? È un esempio perfetto perché Apple non vende prodotti, ma vende identità.

Identità in che senso? Documenti falsi? No, ma vende ai suoi acquirenti la possibilità di far parte di un certo gruppo di persone. Persone che vedono il mondo in un certo modo, che vogliono trasmettere certi valori a chi sta loro intorno. Eh si, ormai l’hai capito: sto arrivando a Simon Sinek. “Le persone non comprano quello che produci, comprano il motivo per cui lo produci”. Se non conosci Simon Sinek, ti consiglio di vedere il suo famosissimo TED Talk (qui il link, puoi anche attivare i sottotitoli in Italiano).

È esattamente questo che intendo come prodotto. Non interessa a nessuno se la tua spazzola per cani ha i dentini lunghi 1 cm o 3 cm. Certo, le specifiche tecniche mostrale in fondo alla pagina; ma racconta alla gente perché il vostro shop vende questa spazzola. Racconta una storia legata all’uso della spazzola. Parti dai problemi del tuo utente, spiegagli perché vuoi aiutarlo e, alla fine, mostragli come. Pensa alle televendite in TV. Perché durano così tanto invece di buttarti davanti il prodotto con un prezzo super scontato? Perché ti parlano dei tuoi problemi (dormi male, ti svegli con il mal di schiena, la giornata diventa un incubo), ti dicono perché ci tengono (Materassoshop ti spiega che é da sempre a fianco delle famiglie per rendere la loro vita più attiva facendo riposare meglio grandi e piccini, blabla) e come può aiutarti (ecco il nuovo materasso spaziale ad aria di Venere a solo 15 euro, eccetera).

Un esempio estremo? Prova a vendere un collare che si illumina al buio. Se lo vedessi così, buttato su un sito, con una descrizione tecnica e due foto, penseresti che si tratta di un’oscena cinesata inutile e non lo compreresti neanche sotto tortura. Se io invece ti raccontassi di come migliaia di gatti muoiano ogni notte investiti da un’automobile e di come questo collare che si illumina al buio abbia salvato i gatti di tre acquirenti che, negli anni, non sono mai riusciti a tenere un gatto per più di tre mesi senza che un’auto lo investisse, come vedresti questo prodotto? Ne parleresti con i tuoi amici che hanno gatti, vero? Si creerebbe un collegamento profondo con il prodotto, quasi emotivo (se amate gli animali ovviamente, questo ha a che fare con il target).

Non riuscirai a vendere un prodotto semplicemente buttandolo sul sito con un mega sconto e un timer che dice “ne restano solo 3”. Puoi sicuramente venderne qualcuno per la legge dei grandi numeri, ma il successo nel tempo si raggiunge con una vera e propria strategia, simile a quella che i grandi brand adottano per occupare un posto nel cuore del cliente. La cosa bella? Le tecniche esistono, sono là fuori e, in gran parte, sono accessibili a costi bassissimi (se non gratuitamente). Diffida da chi ti promette il successo veloce: costruisci qualcosa che valga la pena essere condiviso e vedrai che il successo arriverà.

Per fortuna, una volta che hai costruito lo store, raccontato la tua storia e convinto il cliente a comprare il tuo lavoro è finito. Certo, come no! In realtà, è appena iniziato. L’assistenza è la parte del processo che può far davvero esplodere il tuo business. Non ci credi? Lascia che ti dica come la penso.

A come assistenza

Devo ammettere che le cose ormai sono notevolmente migliorate per quanto riguarda i brand di successo; quasi tutti hanno compreso che la battaglia si vince nell’assistenza o, come si diceva una volta, nel post-vendita. Quando parlo di assistenza, non pensare solo ad una chat dove l’utente può scriverti per chiederti aiuto mentre visita il tuo negozio. L’assistenza è un tema enorme che racchiude tutti quelli di cui ho parlato prima e tanto altro in realtà.

Mi rifaccio sempre al discorso iniziale: l’e-commerce con o senza Shopify non è diverso da un negozio fisico. Quando sei in un negozio, un visitatore può chiedere informazioni in diversi momenti e in diversi modi. Mi capita di chiedere informazioni quando entro in un negozio, per sapere se hanno un prodotto particolare; nell’e-commerce, questa parte dovrebbe essere gestita da un’efficace strategia di categorizzazione dei prodotti e una funzione di ricerca ben fatta. Durante l’esplorazione del negozio, potrei avere domande sulle specifiche di un certo prodotto, che magari non sono indicate sulla confezione; nell’e-commerce, potresti gestire queste curiosità con un mix di specifiche tecniche ben scritte nella pagina prodotto, una sezione con le domande frequenti e una chat per quelle più “particolari”.

Poi domande su spedizioni, confezioni regalo, resi e rimborsi, origine dei prodotti, consigli… chi più ne ha più ne metta. Alcuni di questi aspetti possono essere mitigati con automatismi (una sezione approfondita delle risposte alle domande frequenti, una chat con un semplice bot che indirizza il cliente a trovare risposte, ecc.) ma una larga parte dovrete gestirla direttamente con e-mail, chat nello store, chat sui social, ecc.

La chiave, soprattutto nell’assistenza ma è un punto valido per qualsiasi aspetto del tuo store, sono trasparenza ed onestà. Se vendi prodotti che arrivano dalla Cina, dillo. Se lavori part-time sul negozio e puoi rispondere alle domande dei clienti solo un’ora al giorno, non scrivere chat attiva 24/7. Gli utenti non sono stupidi e capiscono benissimo quando li stai prendendo in giro. L’onestà paga, sempre. Se sai che il tuo fornitore spedisce la merce in 21 giorni lavorativi, non scrivere “spedizione veloce in tutto il mondo”. Ogni piccola bugia ti si ritorcerà contro, magari sotto forma di recensioni negative, di un’ondata di richieste di rimborso, di sospensioni da parte dei provider di pagamenti che bloccano il tuo business per settimane. 

Conclusioni

Quest’ultima parte ti ha spaventato? Lo spero bene! Ricordati: e-commerce = negozio fisico. Mettici la faccia, non scrivere mezze verità, sii sempre sincero nei tuoi scambi con il cliente e ti costruirai una reputazione che proietterà il tuo business verso il successo. Chiunque ti prometta di guadagnare in modo facile e veloce con un paio di trucchetti del mestiere (magari vendendoti un corso da migliaia di euro) mente sapendo di mentire.

Attenzione, non voglio assolutamente dire che i corsi non siano utili. Nell’e-commerce, ci sono una miriade di cose da imparare e ci sono tante persone esperte che possono aiutarti ad evitare alcuni errori. Evita però la trappola psicologica del “metodo segreto per guadagnare 10.000 euro al mese senza lavorare” perché – rullo di tamburi – non esiste. Puoi guadagnare 10.000 euro al mese, puoi automatizzare parte del processo, puoi arrivare a lavorare molto meglio (non meno, meglio) ma solo dopo aver lavorato duramente per gettare le basi del tuo successo, dopo aver superato momenti di sconforto, dopo aver sbagliato la strategia social, il prezzo del prodotto, la policy di rimborso.

Non ti improvvisare. Studia, prova, impara dai tuoi errori e riuscirai a costruire un business di successo. Ciò che importa è che non perdi di vista il concetto che l’e-commerce non è diverso da un negozio fisico; i clienti che rendi felici non vedono l’ora di parlare di te quindi, di nuovo, attenzione ad esperienza, prodotto ed assistenza. Il successo è solo una naturale conseguenza dell’attenzione che metti in questi tre aspetti. 

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