12 KPI per misurare la performance della tua app mobile

E’ prassi dire che gli utenti preferiscano utilizzare uno smartphone per acquistare online, poiché ne hanno sempre uno in mano. Ma ad un retailer o un commerciante che deve pianificare le proprie strategie le teorie non bastano. Ha bisogno di avere dei dati alla mano su cui sviluppare le proprie campagne di marketing e in base alle quali adattare la propria offerta. I KPI (Key Performance Indicators) servono proprio a questo. Si tratta di parametri chiave che misurano la performance di un qualsiasi strumento digitale come i tuoi ADV, il tuo sito web o la tua app mobile.

In questo articolo voglio introdurti e spiegarti 12 KPI da tenere sotto controllo per analizzare le performance della tua app mobile e ottimizzarne il rendimento.

1. Download

La cosa principale, quando lanci la tua app sul mercato, è capire se il successo che essa ottiene è pari, superiore o inferiore a quello che avevi previsto. Il numero di installazioni effettuate è una prima stima che, seppur approssimativamente, rende l’idea di quanto interesse si sia creato attorno al tuo asset mobile. 

Convincere gli utenti a scaricare la tua app mobile può essere una sfida, ma non è impossibile. Utilizza il tuo sito per pubblicizzarla al meglio, diffondila sui social e lascia che i tuoi utenti più fedeli ne parlino al posto tuo. In questo modo, il numero di download effettuati salirà alle stelle.

2. Retention rate

La User/Customer Retention, o Retenzione per essere un po’ più patriottici non è altro che la capacità di trattenere gli utenti/clienti e invogliarli ad utilizzare ed acquistare il tuo prodotto ripetutamente nel tempo. Di conseguenza, quando parliamo di Retention Rate facciamo riferimento alla percentuale di utenti/clienti che stai trattenendo. Se vuoi saperne di più su come misurarla ti lascio un interessantissimo articolo a riguardo, che sarà molto più chiaro ed esaustivo di quanto possa essere io in poche righe. Inoltre, se vuoi conoscere alcune strategie specifiche per incrementare la tua User Retention, ecco qua.

3. Churn rate

I punti critici della nostra strategia meritano la stessa attenzione che dedichiamo all’analisi delle nostre performance migliori, se non addirittura di più. Il Churn Rate, tasso di abbandono, corrisponde alla percentuale di utenti che abbandonano l’utilizzo del nostro in prodotto. Nel caso della tua app, quindi, corrisponderà alla percentuale di utenti che la disinstallano dai propri device mobili. Lo si può ottenere come differenza tra il Retention Rate e 1. Se quindi, per esempio, il tuo Retention Rate fosse del 25%, avresti un Churn Rate pari a 1 – 25% = 75%.

Cosa spinge gli utenti a cancellare, per sempre o solo temporaneamente, la tua applicazione? Ecco alcune spiegazioni del fenomeno e come contrastarlo.

4. Conversion rate

Il Conversion Rate, ovvero tasso di conversione, rappresenta la percentuale di utenti che compie una particolare azione suggerita, ovvero che risponde a una determinata Call To Action. Questa può essere l’acquisto di un prodotto, l’apertura di un banner pubblicitario, l’esecuzione di un download… Vuoi saperne di più? Ho per te un intero articolo sul tema, data l’importanza di questa metrica per quantificare il rendimento generato dalla tua app. 

Dovresti insegnare loro come trarre vantaggio dall’utilizzo della tua app in pochi e semplici passaggi. La prima volta che gli utenti la avviano, devono sapere come usarla e trarne vantaggio. Qui non sono ammessi errori. DEVI fare un’ottima prima impressione. L’utente dovrebbe pensare: “Wow! E’ esattamente ciò che volevo!

Ok, ma come posso creare un fantastico processo di on-boarding? Una semplice regola che potresti seguire è questa: eseguire ripetutamente dei test A/B che consentono di raccogliere, analizzare dati utili e scoprire cosa spinge gli utenti a eseguire l’azione che suggerisci loro. Questo gioca un ruolo cruciale nell’ottimizzazione del tasso di conversione!

5. Reactivity time

Una particolare tecnica di engagement, ovvero di coinvolgimento degli utenti al fine di legarli emotivamente al tuo prodotto o marchio, è soprannominata Geofencing. Si tratta di una strategia di marketing che sfrutta la localizzazione geografica degli utenti per inviare loro delle notifiche personalizzate. Il tempo di reazione che intercorre in media per ogni utente tra la ricezione della notifica e l’apertura di questa corrisponde proprio al cosiddetto Reactivity Time. Minore sarà questo lasso temporale, maggiore saranno l’interesse e la curiosità che i tuoi utenti dimostrano di avere verso il tuo brand. 

Se questi hanno tempi di reazione molto dilatati o addirittura le notifiche vengono ignorate, ti consiglio questa lettura per rimediare.

6. Daily & Monthly Active Users (DAU & MAU)

In questo caso, è molto semplice intuire di cosa stiamo parlando. I Daily & Monthly Active Users, infatti, corrispondono al numero di utenti attivi che aprono la tua app nel corso di una giornata o di un intero mese.

Per esempio, può essere molto utile sapere quanti utenti hanno aperto la tua app in seguito ad un evento particolare, come possono esserlo l’introduzione di una nuova collezione o l’invio di una notifica relativa a uno sconto. Facendo dei confronti tra i DAU corrispondenti al giorno dell’evento e al giorno precedente o successivo, puoi osservare in che modo i tuoi utenti ne siano stati influenzati e mettere a punto soluzioni sempre più efficaci. 

7. Daily Sessions per DAU

Ok, un gran numero di utenti visita la tua app in un giorno. Ma quanti di questi tornano da te anche più volte in un arco temporale di 24 ore?

Le Daily Sessions per DAU, ovvero il numero di sessioni giornaliere per ciascun utente attivo, aggiungono un’informazione fondamentale alla semplice conoscenza dei DAU. Quando questa misura, che si ottiene dividendo il numero di sessioni giornaliere per il numero di DAU, supera il valore unitario, significa che la tua app viene aperta più volte nell’arco della stessa giornata. Maggiori sono gli accessi all’interno dell’app, maggiore è l’interesse mostrato dai tuoi utenti e la probabilità che qualcuno di loro sia intenzionato ad effettuare un acquisto.

8. Cost per Acquisition (CPA)

Per poter analizzare il ritorno economico generato da ciascun consumatore, non dobbiamo dimenticare di quanto ci sia costato attirarlo. 

Il Cost per Acquisition (CPA) rappresenta il costo medio per acquisire ogni utente e si misura come la spesa totale in un determinato canale di acquisizione sul numero di utenti acquisiti tramite questo. Se, per esempio hai speso 100€ per la tua campagna di ADV su Facebook per invitare gli utenti ad installare la tua app e 50 di questi lo hanno fatto, il tuo CPA sarà pari a 100/50 = 2€. 

E’ risaputo che acquisire nuovi clienti sia sempre di gran lunga più costoso che trattenere quelli che già si hanno. Ma in qualche modo bisogna pur cominciare a crearseli, no?

9. Lifetime Value (LTV)

Anche conosciuto come Customer Lifetime Value (CLV), l’LTV indica il valore medio generato da ciascun cliente per la tua attività. Definirlo è molto semplice, ma misurarlo lo è un po’ in meno. Bisogna prendere in considerazione tre variabili e moltiplicarle tra loro. Queste sono: il valore medio di conversione (ovvero il valore medio di vendita generato dai tuoi prodotti/servizi), il numero medio di conversioni (o vendite) realizzate in un preciso arco temporale e la durata della relazione attesa col nostro cliente. Il calcolo matematico è molto semplice, ma misurare queste variabili con precisione non lo è. Definire in anticipo quanto tempo il cliente farà affari con te, si interesserà al tuo prodotto e rimarrà fedele al tuo marchio prima di trovare un’alternativa è molto difficile.

Posso lasciarti, tuttavia, con due utili considerazioni:

1 – Se il tuo prodotto/servizio è progettato per essere sfruttato in una particolare fascia d’età (come lo sono per esempio i prodotti per neonato) è più facile fare una stima approssimativa del LTV.

2 – In generale, maggiori sono i tuoi livelli di User Retention, maggiori sono le possibilità che il LTV di ciascun cliente si estenda in durata e in valore.

Per saperne di più sull’importanza di questo parametro leggi qui

10. Average Revenue per User (ARPU)

Se oltre a voler stimare il valore generato da ogni utente (LTV) vuoi conoscere il valore generato in totale dalla tua app, sappi che puoi farlo. Ti basta dividere i ricavi generati dalla tua app per il numero dei tuoi utenti, per ottenere il ricavo medio generato da ogni utente, o Average Revenue per User.

Questo valore, moltiplicato alla stima della durata della relazione col cliente, ti permette di avere un quadro della tua situazione economica futura, fino a che non ci siano cambiamenti esogeni significativi sul mercato.

11. Average cart value

L’Average cart value non è altro che il valore medio del carrello. La domanda di partenza è: quanto spendono i tuoi utenti per un ordine? Sommando gli acquisti di tutti i tuoi utenti e dividendone il valore totale per il numero di ordini effettuati, otterrai la risposta. 

Potrà sicuramente interessarti il fatto che le statistiche hanno osservato un valore medio del carrello nelle app di 3 volte superiore rispetto a quello nei siti web. Che il mobile avesse degli evidenti vantaggi lo avevamo già ricordato, ma adesso hai a disposizione anche dei dati che lo dimostrano 😉.

12. Return On Investment (ROI)

Chiunque abbia mai visto un bilancio, dovrebbe sapere di cosa stiamo parlando. Il ritorno sugli investimenti (ROI) ci fornisce una rappresentazione di quanto siano effettivamente stati ripagati i nostri sforzi finanziari

Non è così facile sapere a quanto ammonti questo ritorno considerando la tua app mobile nel suo complesso: perciò puoi spacchettarla in tanti piccoli item più semplici da analizzare. Prendiamo per esempio una campagna pubblicitaria. Sapendo quanto ci è costata (progettazione, pagamento dei servizi terzi che l’hanno pubblicata) e l’ammontare degli ordini effettuati come conversioni realizzate tramite quella campagna, possiamo sapere quale ne sia stato il ritorno. La stessa cosa può essere fatta per una campagna promozionale effettuata via mail, i cui costi di messa a punto saranno anche inferiori rispetto all’esempio precedente.

Allora?

Non sei curioso di sapere quanto è performante la tua app? Corri subito a misurarne il rendimento attraverso l’analisi dei KPI!

Share